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Strategia e tattica sono due termini che si usano per definire azioni volte al raggiungimento di un obiettivo: mentre la prima si riferisce alle azioni messe in atto con una prospettiva di medio-lungo periodo, la tattica si riferisce alle scelte sul breve termine che devono tenere conto di aspetti contingenti e pratici.

La sfida per migliorare le performance ambientali (e non solo) della produzione agricola è proprio una combinazione di questi due aspetti, per i quali proviamo di seguito a fare qualche esempio.

Troppo spesso dimenticato, l’antico metodo della rotazione delle colture, ossia quella pratica per cui nello stesso terreno non si coltivano per due anni consecutivi le stesse specie vegetali, è una delle pratiche più utili per migliorare la sostenibilità agroalimentare. Infatti, la sequenza delle specie selezionate incide molto sull’ambiente, perché quello che accade sul campo in uno specifico anno influenza sensibilmente quanto accadrà l’anno dopo. Nel caso del grano, per esempio, se la coltura precedente è stata il mais si corre il rischio di alcune malattie della pianta (che significa necessità di trattamenti più frequenti); se sullo stesso campo è stata invece coltivata una leguminosa, non sarà necessario utilizzare concimi, se non in minima parte. Oltre alla rotazione, la selezione della varietà coerente con il programma a medio termine può aiutare l’agricoltore nella gestione efficiente dell’azienda agricola: sempre nel caso del grano, per esempio, alcune varietà sono più resistenti a determinate malattie, altre meno.

Rendere sostenibile la produzione di tutte le specie inserite in un piano di rotazione dell’azienda è una decisione strategica, che va presa adottando una prospettiva di medio-lungo periodo (almeno 4-5 anni), tenendo ovviamente conto anche della variabile economica. In questo senso il “lavorare in filiera” con contratti diretti tra l’industria agroalimentare e i coltivatori può aiutare entrambi a fare le scelte giuste.

Poi ci sono le scelte tattiche, che l’agricoltore fronteggia quasi quotidianamente: è giusto concimare se forse pioverà? È il caso di trattare il campo contro una malattia? E così via. Sono scelte tattiche perché necessitano di una decisione in tempi molto brevi, che tenga conto di situazioni contingenti: il meteo, i rischi d’infezione ecc… E siccome possono avere impatti ambientali ed economici importanti, sempre di più richiedono strumenti e informazioni di cui spesso l’agricoltore “tradizionale” non dispone. Per questa ragione si vanno diffondendo sistemi di supporto alle decisioni (DSS, Decision Support Systems) che raccolgono, organizzano, interpretano e integrano in modo automatico le informazioni necessarie per decidere le azioni più appropriate a dare risposta alle più diverse esigenze colturali, siano esse strategie a lungo termine oppure decisioni operative da prendere in tempi molto brevi.

Concludendo, in estrema sintesi potremmo dire che la riduzione degli impatti in agricoltura sia possibile solo percorrendo parallelamente due strade: quella della strategia e quella della tattica, vale a dire avere chiare in mente sia destinazione e modalità con cui raggiungerla, sia le azioni specifiche da compiere lungo la strada.

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