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In un mondo che si appresta ad accogliere quasi 10 miliardi di persone e in cui di conseguenza cresce la quantità di cibo e di rifiuti alimentari, servirà mettere a punto strategie per ridurre e smaltire la crescente quantità di rifiuti organici urbani e agricoli. Con l’aumento della popolazione e della domanda alimentare, crescono anche lo spreco di cibo e la quantità di rifiuti da smaltire.

Lo spreco alimentare ha implicazioni economiche, ambientali e sociali che lo rendono particolarmente rilevante e complesso da gestire. I rifiuti alimentari, quando finiscono in discarica, costituiscono un grave problema per l’ambiente, perché inquinano generando gas serra, ma anche odori sgradevoli e fluidi tossici che possono infiltrarsi nel terreno e contaminare le falde acquifere sotterranee.

Ecco perché bisogna non solo ridurre i rifiuti a monte, cercando di limitare gli sprechi, ma anche trovare delle strategie per trasformarli in risorsa. Una di queste è convertire i rifiuti organici in energia. Le nuove tecnologie costituiscono un grande strumento che viene in aiuto a questo scopo per riuscire ad utilizzare i rifiuti alimentari al fine di generare energia pulita.

L’olio esausto vegetale da cucina, ad esempio, una volta utilizzato e scartato può essere raccolto in appositi centri di raccolta e trasformato in biodiesel green per veicoli. Ma i modi di convertire i rifiuti in energia sono davvero tanti. Un altro di questi è ad esempio l’utilizzo energetico dei rifiuti alimentari con la gassificazione della biomassa. Gli impianti a biomasse costituiscono oggi una soluzione ecologica, che consente lo smaltimento sostenibile dei rifiuti e la trasformazione degli scarti del settore food in energia. Per “biomasse” si intendono materiali di origine biologica che vengono scartati, come legna da ardere, paglia, rami, liquidi reflui degli allevamenti, alghe e scarti alimentari. Attraverso l’impiego della tecnologia, questi materiali possono trasformarsi in combustibili o anche direttamente in energia elettrica e termica.

Il processo della gassificazione della biomassa permette di convertire i rifiuti organici urbani e agricoli in una miscela di gas attraverso il calore, ossigeno, vapore o un mix di questi. I gas derivanti dalla biomassa saranno così impiegati come combustibile green. Questo metodo è molto efficiente e sostenibile, perché consente di trasformare i rifiuti alimentari in preziosi generatori di energia ricavata da gas come idrogeno, metano, monossido di carbonio e anidride carbonica. Questi gas saranno quindi utilizzati per generare calore per il riscaldamento ed elettricità praticamente a impatto zero e come una valida alternativa ai combustibili fossili, contribuendo ad affrontare il problema delle emissioni di gas serra. Dalla gassificazione della biomassa si ottiene anche fertilizzante per i terreni, sempre in un’ottica di economia circolare a rifiuti zero.

C’è anche una recente scoperta che impiega un batterio “mangia rifiuti”, in grado di fermentare e convertire il glucosio degli scarti alimentari in idrogeno che, attraverso un impianto a biomassa, viene convertito in energia rinnovabile, combustibili per auto ed elettricità. Questi metodi di conversione dei rifiuti in energia costituiscono oggi strategie particolarmente efficaci, in quanto generano molte meno emissioni dell’incenerimento, con un’impronta di carbonio calcolata sull’intero LCA decisamente inferiore.

Altrettanto virtuoso è l’utilizzo degli scarti del caffè o della filiera di produzione del vino per alimentare gli impianti a biomasse, come vinacce, fecce e rifiuti dalla potatura delle viti. Tutto questo materiale organico può alimentare impianti a biomasse per produrre energia pulita che a sua volta può provvedere al sostentamento energetico della filiera stessa. Si innesca così un processo virtuoso a zero sprechi che ben rappresenta l’idea di economia circolare.

I rifiuti alimentari, se ben gestiti, possono diventare da problema a risorsa, dando un valido contributo non solo alla lotta al cambiamento climatico, ma visto il periodo che stiamo vivendo anche al raggiungimento di una maggiore autosufficienza energetica. Ad oggi le importazioni di gas europee superano il 45% del consumo totale. Diventa quindi urgente la transizione energetica verso fonti rinnovabili che, appunto, ci possano emancipare da pericolose dipendenze. A tal proposito, la Commissione europea ha recentemente presentato l’iniziativa REPowerEU: un’altra risposta europea alla crisi energetica, che aggiorna la strategia “Fit for 55” dell’estate 2021.